Sono già passati diversi anni dall’introduzione dei sistemi di videosorveglianza IP, e fino ad allora non esisteva altro che il sistema analogico su coassiale. Ancora oggi il coassiale è uno standard utilizzato e per questo motivo dedicheremo questo articolo sull’argomento, consapevoli del fatto che i sistemi in rete sono sempre più utilizzati e senza dubbio rappresentano il vero futuro della videosorveglianza. Scommettiamo che fra una decina d’anni, chissà… forse i sistemi analogici saranno obsoleti.
Il segnale video analogico.

Questo segnale è ampio 1 volt di picco, contiene il sincronismo di riga (sul valore più basso 0 volt), informazioni aggiuntive (per esempio televideo nel caso di segnale tv), luminanza e crominanza.
Il segnale contiene inoltre il sincronismo di semiquadro cioè quello che indica la fine delle righe dispari per poi iniziare la trasmissione di quelle righe pari e così via. Il sistema è stato ideato per compensare il ritardo della scansione piuttosto lenta del tubo catodico affinché l’occhio umano non se ne accorgesse.
La forma d’onda sopra descritta, è stata alla base di qualunque segnale televisivo o di telecamere a circuito chiuso definito “segnale di video composito”. Le performance ottenute con quel sistema oggi obsoleto era di appena 625 linee tv al massimo a colori con 3 standard diversi ; PAL per la maggior parte dei paesi europei, SECAM per una minoranza di paesi europei e NTSC per gli USA.
Quanto detto finora è bene saperlo per propria cultura essendo professionisti ed appassionati del settore, ma quando descriveremo di seguito è invece di fondamentale importanza.
Trasmissione video su cavo coassiale.

CVBS dall’inglese Composite Video Blanking and Sync o Color Video Blanking and Sync è il sistema analogico video composito sopra descritto. La risoluzione massima che è possibile ottenere è quella delle 960H cioè 576×960.

SDI è un sistema di trasmissione digitale su cavo coassiale. La risoluzione che si può ottenere è di 2 Megapixel, ma i problemi nell’adozione di questo standard sono stati tanti, infatti è un sistema ormai abbandonato da tutte le aziende. La difficoltà era nel cablaggio per la necessità di adottare accessori costosi, le distanze erano relativamente ridotte a causa dell’assenza di compressione del sistema. I costi dei prodotti inoltre erano molto elevati.

Questo è il protocollo brevettato da Dahua. Le performance sono elevate tanto che è presente sul mercato da parecchio tempo. Può essere trasmesso sullo stesso cavo il segnale video, audio e segnali di controllo; inoltre è anche possibile alimentare alcune telecamere compatibili POC (power on coaxial).

Analogamente al sistema di Dahua, un altro produttore fra i principali a livello globale, cioè Hikvision, ha brevettato il suo protocollo chiamato HD-TVI. Fra i due non ci sono molte differenze di performance, risultano entrambi molto validi.

Infine l’ultimo protocollo adottato oggi è quello AHD. Quest’ultimo non ha un proprietario di brevetto, ma è un protocollo aperto in risposta a quelli brevettati sopra descritti. Chi ha inventato quest’ultimo sono stati vari produttori asiatici.
Che tipo di telecamera acquistare?
Per fortuna la stragrande maggioranza delle telecamere in commercio sono multiprotocollo cioè 4 in 1: Analogiche, AHD, HD-CVI E HD-TVI. La commutazione avviene di solito attraverso un microswitch. A volte è possibile acquistare telecamere monoprotocollo, ma bisogna essere certi che il videoregistratore dove si andranno a collegare possa ospitarle.
Anche i videoregistratori sono spesso multiprotocollo ovvero 5 in 1. Ciò significa che riescono ad acquisire telecamere analogiche, AHD, HD-CVI, HD-TVI ed infine IP (ovvero telecamere di rete)
